Interpellanza urgente 2-00805
Gestione dei rifiuti derivanti dall'utilizzo di prodotti monouso, come guanti e mascherine, a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 e chiarezza sulla classificazione dei dispositivi di protezione individuale.
Interpellanza urgente 2-00805
testo presentato Martedì 19 maggio 2020
modificato
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
con la «fase 2» il nostro Paese si sta accingendo alla ripresa della pressoché totalità delle attività industriali e commerciali;
sebbene le attività connesse alla gestione dei rifiuti non si siano mai arrestate, in virtù della loro essenzialità e del loro ruolo di pubblico interesse, è necessario programmare una «fase 2» anche per la gestione dei rifiuti. In tale contesto, oltre al ruolo indispensabile svolto da ciascuna regione in questa emergenza, lo Stato sarà chiamato a recitare un ruolo prioritario, in continuità con quanto già richiesto in Parlamento con l'interpellanza urgente (la n. 2-00695, a firma Ilaria Fontana e altri) in tema di azioni di contrasto alla diffusione del COVID-19 nella gestione dei rifiuti;
è, infatti, necessario agire su due fronti:
a) rivedere e aggiornare alcune proroghe o deroghe alla gestione ordinaria dei rifiuti, già adottate dalle regioni con proprie ordinanze contingibili e urgenti sulla base della circolare del 30 marzo 2020 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, legittimamente assunte in costanza di emergenza sanitaria;
b) affrontare nuove criticità, unite alla perdurante esigenza sanitaria, in ordine alla gestione dei rifiuti a seguito della riapertura di molti negozi e fabbriche su tutto il territorio nazionale;
sotto il primo profilo, alla luce delle più aggiornate conoscenze in tema di persistenza del virus sulle superfici, andrebbe riconsiderata la necessità di avviare prioritariamente all'incenerimento il flusso dei rifiuti indifferenziati, qualora non derivanti «da giro dedicato» ovvero da abitazioni in cui vi siano soggetti positivi al tampone o in quarantena obbligatoria, così come previsto nella circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 30 marzo 2020. L'obiettivo sarebbe quello di arginare il ricorso ad inceneritori e discariche, che farebbe precipitare il sistema industriale italiano dei rifiuti ad oltre trent'anni fa. Inoltre, andrebbe circoscritta alla durata dell'emergenza la deroga quantitativa e temporale accordata al deposito temporaneo dei rifiuti presso il luogo in cui sono stati prodotti, per evitare che questa disposizione contenuta nell'articolo 113-bis del decreto-legge n. 18 del 2020, legittimata dall'emergenza sanitaria, possa diventare «ordinamentale» e pertanto permanente a fronte dell'auspicato termine della fase emergenziale. Come riportato dalle cronache, nonché dagli approfondimenti della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, il rischio connesso a termini di deposito e stoccaggio più lunghi è quello di lasciare invitanti spazi per lo smaltimento illecito dei rifiuti, nonché per incendi dolosi già ricorrenti prima dell'emergenza;
sul secondo punto, giova rilevare come sarà prodotto e utilizzato un numero rilevantissimo di prodotti monouso, quali guanti, mascherine e tute provenienti, non solo da nuclei domestici, ma da parte di aziende, con la conseguenza che, ad oggi, a seconda della regione considerata, si registrano difformità e incertezze in ordine alla loro non acclarata classificazione quali rifiuti speciali assimilabili agli urbani, ovvero sanitari a rischio infettivo ovvero quali materiali filtranti o indumenti protettivi. È evidente che da tale classificazione possano discendere oneri per la raccolta molto diversi per le aziende. Sarebbe opportuno, inoltre, fornire protocolli o campagne di informazione diretti a bar e ristoranti e consumatori, affinché la pratica del monouso in plastica non si riaffermi, considerato che la disinfezione e il risciacquo delle stoviglie riutilizzabili è in grado di eliminare il virus;
sarebbe opportuno promuovere l'utilizzo di mascherine certificate riutilizzabili, anche sulla base di uno standard tecnico che ne consideri efficacia e ciclo di vita in relazione ad un uso comune e non di carattere sanitario;
infine, è auspicabile rafforzare i controlli sul territorio affinché il deposito incontrollato di rifiuti, nonché gli sversamenti illeciti siano ridotti a fronte del possibile veicolo di contagio rappresentato da tali inquinamenti, come richiamato nell'audizione dell'Istituto superiore di sanità presso la Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati –:
se i Ministri interpellati intendano assumere iniziative, anche di carattere normativo, affinché sia data uniformità e chiarezza all'operato delle regioni in tema di classificazione dei dispositivi di protezione individuale utilizzati da aziende che in via ordinaria non avrebbero fatto uso di tali prodotti;
se intendano adottare iniziative per una corretta informazione in ordine all'assenza di rischi connessi alle stoviglie riutilizzabili in bar e ristoranti;
se i Ministri interpellati intendano adottare iniziative per prevedere, non appena le condizioni oggettive lo consentiranno, un ripristino della disciplina ordinaria in tema di deposito temporaneo;
se i Ministri interpellati, non appena le contingenti e urgenti necessità lo renderanno possibile, intendano adottare iniziative per porre un freno ad un ricorso preferenziale all'incenerimento almeno dei rifiuti non provenienti da «giro dedicato»;
se i Ministri interpellati intendano valutare l'opportunità di farsi promotori di procedure, scientificamente validate, per la riutilizzabilità delle mascherine per uso comune, al fine di contenerne l’«uso e getta»;
se i Ministri interpellati intendano assumere iniziative per adottare, anche al fine di prevenire il diffondersi del virus, un sistema di sorveglianza in ordine allo sversamento illecito in mare e nei fiumi, nonché in ordine all'abbandono incontrollato di rifiuti, anche attraverso l'uso dei droni già sperimentato per l’enforcement della quarantena presso le proprie abitazioni.
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